Riportiamo di seguito l’interessante rilettura in chiave psicologica del romanzo Non ti muovere di Margaret Mazzantini, redatta per noi dalla Dott.ssa Lucia Bocchetti, psicologa e docente, che ringraziamo di vero cuore per il contributo.
“Il raptus del protagonista nel deflagrare le carni di Italia rimanda all’incisione che realizza con il bisturi: quell’attimo in cui la pelle sotto la pressione dello strumento affilato perde per una frazione di secondo il colore della vita per poi schizzare di linfa vitale. Italia sembra prendere vita in quell’atto apparentemente brutale e in nome di questa rinascita sacrifica se stessa per permettere al protagonista di evolvere nel sentimento dell’amore: avviene il distacco dalla “coda preistorica”, che rimarrà traccia ancestrale,per permettere di godere di quella grazia, bellezza e armonia che prima sapeva solo di scialba superficialità e assenza di spessore.
Italia vittima sacrificale riesce a salvare lui e se stessa, rinunciando ad una prole (si interpreta un doppio aborto con la setticemia avvenuta dopo molti mesi, non riconducibile al primo) e ad una vita che non poteva portare il segno della felicità.
Un amore silenzioso e impalpabile che diventa una gomena, che riempie le mani per poi disciogliersi per acquisire senso e significato. Quasi un passaggio doloroso e obbligato per lasciare lo stato larvale e levarsi per far brillare i colori e inebriarsi dell’aria tersa dell’amore”.
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