Del self-publishing (o autopubblicazione) abbiamo parlato più volte: è una validissima alternativa all’editoria a pagamento, che invece rappresenta una soluzione infruttuosa e poco professionale. Però, se fare l’editore è complicato, fare l’editore di se stessi è una vera e propria impresa. Tuttavia, il self-publishing è anche un modo efficace per mettersi in gioco e, soprattutto, per provare a farsi leggere (e notare) dagli editori.
Attualmente il mercato editoriale italiano tradizionale è una realtà notoriamente controversa: in Italia si legge sempre meno, ma si stampano sempre più libri e con tirature molto basse; le librerie non vendono e si avvalgono del salvifico e sacrosanto “diritto di resa”, i margini di guadagno degli editori sono bassissimi e, pertanto, ci sono pochi fondi da investire nella comunicazione. Gli autori incassano pochissimo (il 5-7, massimo 10% del prezzo di copertina) e vendere 1000 copie è davvero impegnativo.
In alternativa esiste l’editoria a pagamento (EAP) di cui abbiamo più volte illustrato gli aspetti svantaggiosi e le false promesse con cui molti autori, soprattutto alle prime armi, vengono ammaliati e attirati nella tela del ragno. Riassumendo brevemente l’infruttuoso iter di pubblicazione a pagamento, dopo aver investito fior di quattrini per contribuire a una serie di non specificate “spese” di pubblicazione, l’autore si ritrova tra le mani un libro con una copertina scadente, dalla grafica amatoriale realizzata in PowerPoint, con un testo impaginato male, spesso nemmeno giustificato o sillabato, infarcito di errori di battitura, di contenuto e refusi, imprecisioni cronologiche, topografiche, falle nell’architettura generale del testo, personaggi che cambiano innavvertitamente nome nel corso della narrazione o che risorgono miracolosamente dalle proprie ceneri: un vero disastro!
A tutto ciò si sommano l’assenza di un piano di comunicazione per promuovere il libro (niente presentazioni, niente promozione sui social network o sul web) e la mancata distribuzione del libro nelle librerie. Insomma, la ricetta perfetta per investire in modo completamente infruttuoso i propri risparmi.
I vantaggi del selfpublishing
C’è però una soluzione a tutto questo ed è il self-publishing, ovviamente. Questo momento storico è quello giusto per fare da sé! Infatti, con il self-publishing:
- Un autore può pubblicare ciò che vuole.
- I guadagni sono 10 volte superiori rispetto all’editoria tradizionale (ovviamente se si vende, altrimenti i guadagni sono pari a 0).
- L’autore partecipa attivamente all’iter di allestimento editoriale dell’opera.
- L’autore può controllare le vendite in tempo reale.
- Si può variare il prezzo quanto e quando si vuole.
- L’autore mantiene il pieno possesso dei diritti di commercializzazione dell’opera: tutto il ricavato delle vendite va all’autore.
Cosa significa affrontare il self-publishing?
Il problema con il self-publishing è che tutto ciò che normalmente compete a un editore, con l’autopubblicazione ricade sulle spalle dell’autore. Correzione, editing, grafica, impaginazione, comunicazione e promozione. Quindi i casi sono due: o si fa tutto da soli (rischiando di fare male, quindi di perdere del gran tempo), oppure si chiede aiuto a dei professionisti.
Quanto si guadagna con il self-publishing?
Ovviamente, anche il guadagno di un autore self deriva interamente dalle vendite dei suoi libri. Le percentuali di guadagno calcolate sul prezzo di vendita di un libro sono chiamate royalty, cioè ‘commissioni’. Se si sceglie la strada del self-publishing e si vogliono massimizzare i guadagni, bisogna scegliere i canali di vendita che garantiscono le royalty maggiori (Amazon, ad esempio, è una delle piattaforme che trattengono la provvigione più bassa sul prezzo di copertina).
Anche questo, in effetti, è uno dei vantaggi del self-publishing, perché un autore che viene pubblicato da una casa editrice firma un contratto con l’editore secondo il quale guadagna sempre la stessa (bassa, bassissima) percentuale su ogni copia del libro venduta, indipendentemente dal canale di vendita utilizzato. Come autore self, invece, si è liberi di decidere quali canali utilizzare, in quali librerie online mettere in vendita il tuo libro e quali intermediari scegliere.
Il consiglio, ovviamente, è quello di pubblicare direttamente nelle librerie dove questo è possibile proprio per ottenere le commissioni maggiori, e utilizzare una piattaforma di intermediazione solo per arrivare là dove non è possibile arrivare in modo autonomo.
Pubblicare in modo diretto richiede certamente più lavoro, perché bisogna aprire un account in ciascuna libreria o piattaforma e ripetere più volte le procedure di pubblicazione. Questo, però, è l’unico svantaggio, se così possiamo chiamarlo, di una pubblicazione diretta. I vantaggi, invece, sono la possibilità di controllare tutte le fasi del lavoro, avere un servizio più rapido e, per l’appunto, ottenere guadagni più alti.