Fra i segni d’interpunzione, la virgola (,) è quello che indica la più breve pausa nel discorso. La virgola è il segno d’interpunzione più frequente e, di conseguenza, è quello che richiede maggiore attenzione quando lo si utilizza.
In genere, la virgola va usata nelle elencazioni, quando si descrivono azioni compiute dallo stesso soggetto, quando di desidera specificare una qualità (come nel caso dell’apposizione), quando si introduce un inciso che serve a chiarire una circostanza (ad esempio: Antonio, cioè il mio amico d’infanzia, ha trovato un lavoro). Quando si cambia il soggetto della frase, è bene utilizzare il punto e virgola e non la virgola, poiché il discorso compie un piccolo salto logico ed il lettore deve focalizzare l’attenzione su un nuovo autore dell’azione descritta. Un errore frequente, che va assolutamente evitato se non si è scrittori o se non si desidera adottare una scrittura creativa, è la separazione del soggetto dal verbo tramite una virgola, perché il concetto da esprimere verrebbe slegato da una componente logica, cioè l’azione; ad esempio, la frase “Luca, ha comprato una nuova macchina” è sbagliata se si vuole descrivere in modo didascalico l’azione compiuta da Luca; al contrario, la stessa frase sarebbe corretta soltanto se si volesse porre l’attenzione sul soggetto (Luca), distinguendolo da altri. In casi simili, quando non si intende fare un uso “libero” della punteggiatura, una buona soluzione potrebbe essere la seguente: “E’ stato Luca a comprare una nuova macchina”, in modo da evitare al lettore ogni fraintendimento e da non rischiare di incorrere in un possibile errore.
Ecco un elenco di alcune regole utili a individuare il corretto uso della virgola.
La virgola va usata nei seguenti casi.
- Nelle enumerazioni, nelle ripetizionie nelle descrizioni.
Esempi: In quella stanza vidi te, tuo padre, tua madre, tuo fratello; Cammina, cammina, cammina, arrivammo a un paesetto; Il panorama era bello, suggestivo, nuovo.
Solitamente l’ultimo elemento della serie si unisce agli altri con la congiunzione e, invece che con la virgola: Il panorama era bello, suggestivo e nuovo.
- Nelle enumerazionila virgola si adopera anche quando ci siano delle congiunzioni (?), purché queste siano ripetute ad ogni termine: e corre, e si precipita, e vola; oppure O Roma, o morte.
Di regola, la virgola si omette quando sono usate le congiunzioni e, o, ovvero, oppure, né.
Esempi: Né l’oro né gli onori possono piegarmi; Verrò domani o dopodomani o lunedì, tranne quando si vogliono ottenere effetti particolari, con pause più frequenti nel discorso: “Qui a Milano, o nel suo scellerato palazzo, o in capo al mondo, o a casa del diavolo, lo troverò” (Manzoni).
- Agli scrittori,cioè a coloro che fanno un uso creativo o artistico della punteggiatura, è consentito porre una virgola tra il soggetto ed il verbo: infatti, le esigenze dello stile narrativo consentono quello che a scuola è considerato un grave errore. Un uso efficace ed originale della punteggiatura venne fatto da Manzoni che alla frequenza delle virgole affidò la traduzione delle più svariate inflessioni di voce, scostandosi non di rado dalla norma. In certi casi, il famoso scrittore collocò la virgola tra il soggetto ed il suo immediato verbo.
Esempi: “Agnese, s’era affacciata invano”; “Voi, mi fate del bene, a venir qui”; “Però, di tante belle parole Renzo, non ne credette una” (Manzoni).
- La virgola si pone al principio ed alla fine di un inciso, di un vocativo,di un’apposizione, di un’interiezione, di complementi circostanziali.
Esempi: Roma, capitale d’Italia, è città antichissima; Mamma, aiutami tu!; L’autore, come sopra dicevamo, assistette alla prima rappresentazione; Oh, potessi scrivere così bene!; Il sole splende, nel vespero, con minor fiamma.
- La virgola può essere usata prima e dopo i complementiche non si riferiscono alla parola precedente, o che sono spostati nell’ordine naturale della frase.
Esempi: Per me, può far quel che vuole; Di soldi, ne ho speso abbastanza; Disse tutto, con acconce parole, ai suoi genitori.
- La virgola può seguire alcuni avverbicome sì, no, bene (quando essi hanno valore di un’intera proposizione) ed essere inserita dopo le congiunzioni infatti, in effetti, di fatto.
Esempi: Sì, ho una buona speranza; No, non posso venire; Bene, ce la vedremo; Laura ha l’influenza. Infatti, non uscirà.
- La virgola può precedere le seguenti congiunzioni:
– Ma, tuttavia, però, anzi: ad esempio, Mi piace la musica moderna, ma preferisco quella classica.
– Anche se, benché, per quanto, sebbene: Il mio amico, sebbene fosse stato ferito, non mi abbandonò mai.
– Mentre, quando: Io uscivo, mentre egli arrivava.
– Giacché, poiché: Ti credo, giacché lo dici con tanta passione.
- Prima di ‘ma‘, la virgola può essere presente o mancante, a seconda della struttura logica del discorso e degli effetti stilistici ricercati. Come congiunzione avversativa si usa per coordinare due elementi di una stessa frase o due frasi, nel qual caso è preceduta da virgola, punto e virgola o due punti. Eccone alcuni esempi, tutti corretti:
Poveri ma belli; Parla, ma prima rifletti; Non fiori ma opere di bene; Concluderemo l’accordo anche nel caso in cui sia poco conveniente ma ci garantisca un ritorno di immagine; Era un uomo stupido, ma onesto; Mi pregò più volte; ma come avrei potuto accontentarlo?
- Prima delle congiunzioni correlative ‘sia… sia’ e ‘né… né’, la virgola non si mette se la prima congiunzione (‘sia’ o ‘né’) lega la parte che la segue direttamente a ciò che precede, come nei due esempi seguenti:
– La casa è confortevole sia d’inverno sia d’estate;
– Non sa né leggere né scrivere.