Nell’impeto della creazione, anche lo scrittore più avveduto e affermato può commettere errori di battitura o distrazione. Se non corretti tempestivamente, però, questi errori possono rivelarsi molto “pericolosi” perché potrebbero compromettere la reputazione dello scrittore agli occhi del lettore, mettendone in dubbio la padronanza delle regole ortografiche e grammaticali oggetto degli errori.
Oltre ai più comuni errori di ortografia e grammatica, esistono una serie di errori formali che un autore può commettere qualora non rispetti alcuni accorgimenti utili a uniformare il proprio scritto alle norme redazionali attualmente in uso. Ad esempio, adoperare in modo errato i diversi tipi di formattazione del testo potrebbe minare la professionalità del lavoro, offrendo al lettore l’immagine di un autore superficiale e disordinato.
Ma scrivere correttamente è molto semplice: basta seguire alcuni piccoli accorgimenti e prestare molta attenzione al momento della revisione del testo. Ecco, dunque, 5 piccoli accorgimenti per scrivere bene:
1. Prestare attenzione agli accenti e ai più comuni errori di ortografia e grammatica
- Sulla e finale l’accento è acuto nella maggior parte dei casi (per esempio: poiché, perché, né, sé, poté). Attenzione alle eccezioni come caffè, cioè, bignè, tè.
- Spesso si trova, specie nei libri, l’apostrofo al posto dell’accento sulle lettere maiuscole: da evitare assolutamente (quindi È e non E’). Una curiosità: si può scrivere indifferentemente sé stesso o se stesso. Sono entrambi corretti nella lingua italiana. Spesso invece i redattori correggono automaticamente l’accento, eliminandolo.
- Attenzione anche a “qual è”, che non vuole l’apostrofo. Questo è un gravissimo errore che spesso si incontra nei quotidiani.
- L’ultimo errore tipico è il famoso po’ con l’accento (pò). La maggioranza degli italiani lo scrive erroneamente. Il correttore di bozze deve invece conoscere a menadito la lingua italiana per
evitare simili inciampi.
2. Utilizzare correttamente il corsivo
Di solito il corsivo viene usato per le parole desuete, le frasi o le citazioni in lingua straniera, le denominazioni scientifiche di vegetali o animali, i termini medici, i nomi propri dei mezzi di trasporto, i titoli di opere, i nomi propri di locali, i termini dialettali, i suoni onomatopeici, o quando si vuole enfatizzare un termine.
3. Quando usare le cifre e quando le lettere?
Se i numeri sono inferiori a 10 è meglio usare la parola; in caso contrario la cifra. Quando però un numero è di riferimento, allora è meglio usare la cifra anche se inferiore a 10 (per esempio: vedi fig.6). Le percentuali si scrivono in parole in un contesto discorsivo (per esempio: era presente il cinquanta per cento degli invitati).
4. Prestare attenzione all’uso corretto della punteggiatura
È importante ricordare sempre che tutti i segni di interpunzione sono seguiti da uno spazio bianco. I puntini di sospensione sono sempre e solo tre. Mai quattro, cinque o più.
5. Utilizzare correttamente le virgolette alte
Le virgolette alte o italiane si usano per le definizioni, per indicare un’espressione in un contesto particolare (per esempio: un’indagine “a volo d’uccello”), per individuare un senso ironico (per esempio: L’Italia piena di “intellettuali” che esprimono le loro opinioni nei talk show).